Uomo politico francese. Esponente del Partito socialista, ne divenne segretario
dopo la conquista della maggioranza da parte della sinistra nel 1918. Nel
luglio-agosto 1920, partecipò a Mosca ai lavori dell'Internazionale
comunista e al Congresso di Tours del dicembre successivo, dove la maggioranza
di sinistra decise di costituirsi in Partito comunista francese, mentre la
minoranza di destra dava vita a una scissione per ricostituire il Partito
socialista come nuova organizzazione. Pur essendosi schierato con la sinistra,
che gli confermò alla segreteria,
F. non era disposto ad accettare
il controllo assoluto e centralizzato che il Komintern intendeva imporre al
Partito comunista francese, e nella sua qualità di segretario non
modificò sostanzialmente la struttura organizzativa e i metodi di lavoro
che in passato erano stati del Partito socialista. Le sue tendenze
autonomistiche e le sue divergenze con l'Internazionale comunista ebbero presto
conseguenze all'interno e all'esterno del PCF. Il Partito venne infatti
duramente attaccato dal Komintern che al congresso del 1922 lo accusò di
mantenere in posizione dirigente uomini corrotti dal riformismo e che tentavano
di tenere in vita le tradizioni del vecchio Partito socialista. L'attacco era
soprattutto diretto contro
F. di cui venne chiesta la destituzione da
segretario generale. Con un gruppo di fedeli, egli abbandonò allora il
PCF e diede vita a una nuova organizzazione di sinistra, l'Union
socialiste-communiste, con l'intento di ricostituire l'unità del
movimento marxista francese. Per quanto nemico del riformismo parlamentare del
Partito socialista, denunciò la "centralizzazione autocratica" del
Komintern e non essendo riuscito a realizzare l'obiettivo di riunificare le
forze socialiste, nel 1924, con gran parte del suo gruppo, aderì al
Partito socialista che ritornò ad essere la massima organizzazione della
classe operaia francese (Parigi 1889-1946).